È la vigilia di Napoli-Lazio e visto che sono temeraria oltre che laziale, decido che è il giorno ideale per fare due chiacchiere con uno dei tifosi del Napoli più sfegatati che conosca, Peppe Iodice. Quando gli ricordo la mia fede calcistica mi risponde: «Embè, non la possiamo fare la settimana prossima quest’intervista? Io cerco di dimenticare ‘sto fatto che sei della Lazio ma tu veramente si temeraria!».

Peppe Iodice, comico dalla napoletanità esplosiva, irriverente e schietto come pochi sta vivendo un momento della sua carriera molto intenso. La televisione lo ha praticamente monopolizzato, è su ben tre emittenti ed è cosa molto rara per chi lavora in tv. A “Colorado” e “Il bello del calcio” ormai è un veterano, la novità di quest’anno è “Calcio Champagne”, programma che va in onda nel post partita del sabato sera. Qui Peppe intervista i protagonisti del campionato italiano e vi lascio immaginare che piega possano prendere le sue interviste. Anzi non immaginatele, andate a guardarle su youtube se le avete perse o non le avete mai viste. Gli intervistati dapprima hanno espressioni che dicono chiaramente «ma è una domanda vera?!», poi passata la perplessità stanno al gioco ed è Peppe Iodice Show.

Peppe, “Colorado” su Italia 1, “Calcio Champagne” su Rai 2 e “Il bello del calcio” su Canale 21… Ormai basta accendere la tv e spunti tu, non è da tutti!
«Questo accade dopo anni. Io sono uno dei rari casi nella comicità moderna che ha fatto tv dopo dieci anni di quella che chiamano gavetta. Locali rumorosi, montagne sperdute o valli desolate… Adesso la tv è diventata una parte importante del mio impegno lavorativo».

A Colorado quest’anno sei tornato da monologhista…
«Sì, che poi il monologhista è il mio lavoro principale ed è quello che faccio quando mi esibisco nei live. I monologhi sono stati intervallati per un periodo dal divertimento giocoso nato con quel “colosso” di Diego Abatantuono e dal mio “Birillo” fatto insieme all’amico Paolo Ruffini».

Esclusi Luca e Paolo, conduttori in corso, qual è stata la miglior conduzione del programma secondo te?
«Paolo Ruffini ha il dna di “Colorado”, è l’idolo incondizionato dello “zoccolo duro” di questo programma ventennale. Diego Abatantuono è colui col quale mi sono divertito di più. Improvvisavamo tutto, è stato un privilegio che spero si possa ripetere».

Com’è il rapporto tra voi comici? Intendo in generale non solo con i tuoi colleghi di “Colorado”.
«In generale è un rapporto buono. C’è stato un periodo della mia vita in cui con tanti colleghi, quelli della mia generazione, avevamo un rapporto quotidiano. Eravamo amici davvero e tra uscite e vacanze condividevamo tanto. Poi la vita un po’ allontana, siamo cresciuti e gli impegni professionali e quelli familiari non ci consentono più di frequentarci come una volta. Se poi metti che quasi tutti loro fanno “Made in Sud” e io i programmi milanesi diventa veramente complicato. Ci vorrebbe una reunion in cui si torna a mangiare e bere come ai vecchi tempi. Come quando a Santa Chiara, al Tunnel nel centro storico di Napoli, tiravamo fino a tardi ed eravamo solo “persone” perché i “personaggi” non erano ancora nati».

La novità di questa stagione è “Calcio Champagne”, le tue interviste sono già un cult.
«Mi diverto tanto perché sono un tifoso vero e non mi sembra vero di poter fare le domande ai protagonisti del calcio italiano. Devo dire che fino ad ora le reazioni sono state di complicità e divertimento».

Ah, guarda, io voglio fare una video raccolta delle tue interviste, dimmi che ci sarai per tutta la stagione.
«Ci sarò spesso. È stata un’intuizione del vice direttore di Rai Sport Marco Mazzocchi. La formula dell’alleggerimento in una “chiesa sacra” del calcio in tv con giornalisti del calibro di Mario Sconcerti sembra funzionare. Poi c’è molto feeling con il conduttore Marco Lollobrigida, grande giornalista che è diventato mia spalla ideale».

In tutta questa tv c’è spazio per gli spettacoli live e teatrali?
«Certo. Continuo le mie serate in giro per l’Italia e tornerò a marzo a teatro con la mia “Compilescion” in due teatri napoletani, il Trianon appena riaperto sotto la direzione artistica di Nino D’Angelo e il Cilea».

Peppe, tu scherzi con tutti ma c’è un argomento su cui non si può scherzare con te?
«Con le figlie non si scherza. E con il Napoli».

Cos’è che ti fa ridere?
«La follia. Mi fanno ridere le cose imprevedibili».

E cosa ti annoia invece?
«Quasi tutto. Mi annoio con una facilità impressionante. Dovrei fare cose sempre diverse, mi dovrebbero accadere continuamente avvenimenti che non mi aspetto. Ovviamente positivi».

Un momento o un periodo della tua vita che vorresti rivivere?
«Non sono una persona che si guarda indietro, ma se proprio dovessi scegliere ti dico il matrimonio con Elisa e la nascita delle mie figlie. In particolare la nascita di Sofia, la prima, nata contemporaneamente a uno dei miei spettacoli più fortunati, “Pazzo scatenato”, sublimato da quella serata magica all’Arena Flegrea di Napoli riscaldata da 5400 cuori tutti per me… e anche per Sofia».

Facciamo che sei il presidente del Napoli e hai un mare di “fantamilioni”. Compra 11 titolarissimi dei tuoi sogni.
«Ricomprerei tutti quelli che ci sono adesso e aggiungerei Neymar, Suarez e Messi. Penso che così l’attacco dovrebbe funzionare meglio».

Ti mando l’impegnativa da firmare, come tu hai fatto con Allegri a “Calcio Champagne”, scegli, vuoi lo scudetto o la Champions?
«Ti direi la Champions perché non bisogna accontentarsi mai. Però visto che l’ho già promessa ad Allegri mi accontento dello scudetto».

Sei di nuovo Peppe Iodice, mi racconti di quando ha segnato Higuain al minuto 71?
«È stata solo la conferma che i numeri sono significativi e che a volte le persone sono numeri (andate a vedere nella smorfia napoletana cosa significa il 71). È stato il momento esatto in cui “quello là” è uscito definitivamente dal mio cuore».

“L’ultrà” che c’è in te esce fuori da tutti i pori, ma prima di salutaci vorrei un pronostico obiettivo su Napoli-Lazio. Ci riesci? Ad essere obiettivo, intendo.
«Non te lo darò mai. Addio!».

Sono passati alcuni giorni dal big match finito 1-1. Non ho ancora sentito Peppe, gli lascio smaltire il pareggio dei biancocelesti avvenuto mentre lui di sicuro stava ancora esultando per il vantaggio.

https://www.youtube.com/watch?v=3_JWFUBHXD0

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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