Il film era “The Jackal” diretto da Canton-Jones ed era un remake di “Il giorno dello sciacallo” del 1973; “jackal” vuol dire appunto “sciacallo” e loro si definiscono così, ma guai a chiamarli “youtubers”.
I “The Jackal” sono ormai le star incontrastate del web: 50 milioni di visualizzazioni, una sede in zona Museo a Napoli e una miriade di tormentoni, basti pensare a “duje fritture”, solo per citarne una.

Un gruppo di amici con la passione per le serie tv e il cinema, Alfredo Felaco, Simone Russo, Ciro Priello, Francesco Ebbasta, Giuseppe Tuccillo, Roberta Riccio, Antonella Di Martino, Nicola Verre, Danilo Turco e Andrea Leone hanno creato una vera e propria factory. In quella tana arredata con pezzi di vecchie scenografie e locandine di film, prendono vita i geniali video dei “The Jackal”. Ma non solo.
I ragazzi sono giovani ma hanno ben compreso il potenziale del web e così hanno creato anche una società di video produzione e lavorano con grandi clienti come Pirelli, Banca Intesa, 20th Century Fox, Sony, Sky.
Dai ragazzi ai meno giovani, tutti, veramente tutti, hanno riso delle loro parodie.

“Prometti che non lavorerai mai”, “Lost in Google”, “30 anni – il sabato sera” o “Io sono molto leggenda”. È facile capire che l’ispirazione, i “The Jackal”, la prendono ovunque. “Gli effetti di Gomorra sulla gente” ha letteralmente fatto impazzire il loro pubblico, facendo il verso alla celebre serie, questi geni del web hanno creato delle battute che sono entrate nel linguaggio di tutti, come ad esempio “sta’ senza pensier”. Oppure “Gay ingenui” partorito durante una trasferta a Milano e ancora “Vrenzole”, le due donne affacciate al balcone che commentano gli eventi del giorno in una napoletano stretto e, a tratti, incomprensibile.
La ricetta del loro successo poggia saldamente le basi sulla loro bravura, la loro smania di migliorarsi, la conoscenza del web e di quello che può piacere e divertire. E poi c’è Napoli, la loro musa ispiratrice, che non smette mai di consigliargli situazioni paradossali da poter raccontare (se non l’avete ancora fatto guardate il loro video “il parcheggiatore”).

Toglietele cibo e acqua ma non vi avvicinate alle sue sacre otto ore di sonno. Giornalista, trashmaniaca e whatsapp addicted, colleziona tatuaggi, ex ragazzi sbagliati e, a volte, morsi di cani. Si definisce una “santa”, anche se col tempo ha leggermente modificato uno degli insegnamenti di Gesù: «Contraddici il prossimo tuo come te stesso» e se la sua ironia non trova sfogo in qualche contorta metafora allora emette intensi mugugni da cineteca. Ha portato il suo celebre modo di gesticolare in giro per il mondo tra Roma, New York e Milano ma il suo rifugio, luna park e scrigno dei sogni rimane sempre il borgo incantato di Pietramelara.

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