Napoli in fiaba. Ci sono una principessa, un napoletano poco avvezzo all’etichetta di corte e un ciambellano innamorato di una fruttivendola. Se non siamo più abituati a sognare di castelli e soggiorni regali, ci ricorda come si fa Alessandro Siani. Il giorno di San Valentino del 2013 uscì nelle sale “Il principe abusivo”, prima volta alla regia del comico napoletano, per un film di cui firma anche la sceneggiatura. Dallo scorso dicembre ha continuato a riproporre la sua fortunata storia (valsa 14 milioni di euro di incassi) nello spettacolo teatrale omonimo. Un tour che, partito dal teatro Gesualdo di Avellino, ha toccato Napoli (teatro Augusteo), Bari (teatro Team), Milano (Forum Assago) e infine Roma dove è andato in scena, al teatro Sistina, fino al 10 aprile.

Mattatore di risate e consensi, Siani ha incassato il tutto esaurito da Nord a Sud. Poteva essere un rischio catapultare sul palcoscenico personaggi e situazioni fin troppo care al grande pubblico. Ma in scena non è andato un duplicato del film: l’adattamento, oltre a variazioni nel cast (come Elena Cucci che prende il posto di Sarah Felberbaum nella parte della principessa Letizia), inserisce nuove esilaranti scene nel tessuto narrativo, sorprendendo e divertendo ancora una volta lo spettatore (anche chi ha già visto il film), insieme alla leggerezza degli intermezzi musicali.

L’impalcatura resta la stessa. Siani interpreta uno squattrinato napoletano che vive mettendo in pratica l’arte dello scrocco e prestandosi come cavia volontaria per le case farmaceutiche, chiamato a palazzo in un non meglio precisato principato europeo. Si intestardisce a conquistare la principessa, dedita in realtà ad accaparrarsi le attenzioni dei rotocalchi. Riuscirà nell’intento soltanto grazie al prezioso “indottrinamento” di Christian De Sica, nei panni del ciambellano di corte. Un racconto tenero e non melenso, sul cui sfondo viene calcato il contrasto tra stile di vita nobile e popolano, condito con tutto il romanticismo di una favola moderna.

E mentre la rigidità della macchina da presa lasciava di per sé poca mobilità ai personaggi, sul palco la verve di Siani ha potuto sbizzarrirsi, dando spazio a quell’improvvisazione che da comico gli è congeniale. Sempre “addomesticato”, però, dalla saldezza di De Sica, che bilancia l’estrosità del napoletano, in un felice nuovo connubio artistico.

Sorprese ad ogni replica, grazie ai compagni d’avventura Elena Cucci, Stefania De Francesco, Deborah Esposito, Antonio Fiorillo, Marta Giuliano, Claudia Miele, Luis Molteni, Lello Musella,
Gianni Parisi, Giovanni Quaranta, Ciro Salatino, Alessio Schiavo, Mario Uzzi, e insieme alle musiche di Umberto Scipione, alle coreografie di Marcello Sacchetta, alle scenografie di Roberto Crea e ai costumi di Eleonora Rella.

Giornalista col talento del dettaglio ed esperta seminatrice di virgole, è capace di non dormire per un refuso che si materializza davanti ai suoi occhi come la macrozinna del film di Woody Allen “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere”. Non sappiamo dove ricarichi la sua energia, ma in redazione, mentre gli altri cadono come birilli, lei procede come il coniglietto della Duracell. Se potesse salirebbe su un aereo un weekend sì e pure l’altro; nel frattempo rimedia avventurandosi con la mente in pindarici viaggi con biglietto di sola andata. Adora il cinema introvabile, gli amori impossibili, il sushi e tutto ciò che va sotto la voce di “cocktail”. Ha ceduto al tatuaggio: un mandala è entrato nella sua vita.

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