Marco Lanzuise e Feliciana Tufano, marito e moglie, attore e cabarettista lui, attrice e caratterista lei. Compagni di vita e di lavoro, la loro storia è bella come quella delle commedie a lieto fine. Diversi l’uno dall’altra si completano alla perfezione e tutti e due stanno vivendo un periodo di successi lavorativi sia condivisi che nei progetti personali. Insieme li abbiamo visti, lo scorso anno, nel film degli Arteteca “Vita, cuore, battito” e da poco in quello di Claudio Insegno “Felicissime condoglianze”. Marco è attualmente impegnato nel talk show comico dedicato al calcio, “Ultimo Stadio”, programma diventato popolare non solo in tv ma soprattutto sul web grazie ai tanti video ironici.  Feliciana è la vincitrice del Premio Massimo Troisi come “Miglior attrice comica” e da anni recita nella compagnia di Benedetto Casillo. Sul web è diventato virale il suo video “Pallone e sentimento”, parodia della canzone di Maria Nazionale “Ragione e sentimento”. Fuori dalle scene lui è po’ serioso, lei, invece, un vulcano. Ad accomunarli è la simpatia e la semplicità. Caratteristiche che vengono fuori anche dalla nostra chiacchierata.

Siete entrambi nel cast di “Felicissime condoglianze”, l’ultimo film di Claudio Insegno da poco visto al cinema. Che ruoli avete interpretato?
Feliciana: Sono l’amica della futura sposa di Leo, il protagonista del film, interpretato da Corrado Ardone.
Marco: Per me, invece, è stato un caso aver fatto parte del cast. Ho accompagnato Feliciana a Vitulano, il paese nel quale è stato girato il film, la produzione quando mi ha visto ha esclamato “Ah, ma qui c’è Marco, perché non gli diamo una parte?! E così mi sono calato nel ruolo del farmacista del paese.

Le recensioni del film sono state molto positive, come è stato il riscontro del pubblico?
Feliciana: Positivo anche quello. In sala è stato bello sentire le risate, sembrava di stare a teatro.

Feliciana sul set di Felicissime Condoglianze

Altri film a cui prenderete parte?
Marco: Mi vedrete prossimamente nel nuovo film degli Arteteca, le riprese si sono appena concluse. Poi sempre entrambi parteciperemo al prossimo film di Tonino Scala, lo stesso autore del libro da cui è stato tratto “Felicissime Condoglianze”.

Altri progetti, invece?
Feliciana: Per quanto riguarda il cabaret ho ripreso il lab al Teatro Tam, per il teatro invece sarò di scena a Marzo, al Teatro Cilea, nello spettacolo di Mariano Bruno “Una notte con Dora”, per la regia di Gianni Parisi.
Marco: Ho già debuttato insieme a Gigi Savoia nello spettacolo teatrale “I casi sono due” e, grazie al fatto che scrivo, sto lavorando a diversi progetti, sia per il teatro che per il web.

Feliciana, sei la vincitrice del Premio Massimo Troisi, ci racconti?
E’ stato emozionante stare sul palco accanto alla bicicletta usata da Massimo Troisi nel film “Il postino”. La prima sera ero molto tesa perché il pezzo che ho proposto l’ho sempre eseguito con una spalla mentre in quest’occasione ero sola e ho dovuto ricostruire il personaggio senza interazione. Sono contenta, è una vittoria per le donne in un mondo del cabaret prettamente maschile dove in poche riescono a farsi strada.

“Pallone e sentimento” sta avendo un grande successo, Marco dice che le donne si rivedono molto nella parodia della canzone di Maria Nazionale. Anche voi vi rispecchiate?

Feliciana: Infatti, ha avuto un forte riscontro da parte delle donne che si sentono trascurate dai propri compagni a causa del calcio. Invece io, al contrario, guardo tutte le partite con mio marito e i nostri testimoni di nozze. Sono molto tifosa e quando possiamo andiamo allo stadio.
Marco: Feliciana si rispecchia nella parodia ma non per quanto riguarda il calcio, piuttosto per la chitarra che una mia grande passione. Amo passare il tempo a strimpellarla, invece lei non ama i suoni in casa, anzi, preferisce addirittura il silenzio. Visto che la notte russo anche, posso capirla.

Come vi siete conosciuti?
Marco: Rosario Verde mi invitò al Teatro Bracco a vedere un suo spettacolo durante il quale mi colpì questa attrice bassina. Dopo andai a complimentarmi con lei e così ci siamo conosciuti. Di lì a poco, però, Feliciana fu scritturata dalla compagnia di Luigi De Filippo che la portò in tour in tutta Italia e per anni ci siamo persi di vista. Ci siamo incontrati nella stessa compagnia quattro anni dopo e ricordo che, dopo l’ultima replica, quando uscimmo dal teatro pioveva e lei era senza ombrello. Mi offrii di accompagnarla alla macchina con il mio e lì finalmente le chiesi il numero di telefono. Il resto della storia lo potete immaginare.

Marco Lanzuise e Feliciana TufanoE come vi siete conquistati poi?

Feliciana: Mi ha incuriosita il suo silenzio, era misterioso, metodico, mi chiedevo: “cosa vuole quest’uomo da me?”
Marco: La sua vitalità. E’ una trottola, solitamente le donne cercano un uomo che le faccia ridere. Nel privato non sono divertente, forse ero io che cercavo una donna che mi facesse ridere.

La cosa più bella che ha fatto per te?
Feliciana: E’ talmente di poche parole che quando mi ha dato l’anello gli ho detto: “Ma non mi dici “Mi vuoi sposare?” Lui ha risposto: “L’anello vuol dire questo”. È pigro anche quando mi regala un mazzo di fiori. E’ stato proprio bello però.
Marco: Mi ha svegliato da un sonno profondo, ha portato gioia nella mia vita.

Quali sono le vostre abitudini quotidiane?
Feliciana: Lui si sveglia all’alba mentre io amo dormire.
Marco: A casa mia, quando ero solo, avevo molte abitudini tra cui cucinare e stirare ma da quando viviamo assieme, visto che lei è un ottima cuoca, non ho più cucinato. Mi ha lasciato, però, l’abitudine di stirare.

Compagni di vita e nel lavoro, come si riesce a conciliare le due cose? A vedere voi sembra la cosa più semplice del mondo.
Feliciana: A teatro siamo semplici colleghi, io nel mio camerino a truccarmi, lui nel suo. Quando finisce lo spettacolo lo trovo fuori a fumare, a volte capita anche di arrivare alle prove con due macchine. Chi non ci conosce non direbbe mai che siamo marito e moglie. Credo sia giusto così.
Marco: Per lei scrivo i testi. La cosa che più mi inorgoglisce è quando la chiamano semplicemente perchè è brava. Non ho mai chiesto ad un amico di inserirla in questo o quello spettacolo, me ne vergognerei maledettamente, non è mio carattere. La danneggerei, tra l’altro, perchè so che per essere bravi bisogna sudare. Preferisco che cammini con le sue gambe, anche se piccole riesce a fare passi da gigante.

Marco, “Ultimo Stadio”, di cui sei autore e protagonista sta ottenendo buonissimi ascolti in Tv e siete molto seguiti anche su web…
Quando Massimiliano Triassi mi ha chiamato per questo progetto ho accettato subito con piacere perchè non avevo mai scritto comicità sul calcio. Conoscevo già Roberto Aiena come regista televisivo e quindi sapevo che sarebbe uscito un prodotto bello e pulito. Il grande successo sul web è stata una sorpresa anche per me.

Chi sono i tuoi compagni di viaggio in questo programma?
Marco: Scrivo questo programma con Salvatore Turco con il quale sono molto affiatato, insieme abbiamo fatto radio per 10 anni.  Siamo un ottimo mix, lui ha una visione moderna, io un po’ più tradizionale. Questo ci ha permesso di fare diversi video che hanno condiviso più di 50mila persone.

Come nasce un video di “Ultimo Stadio”? Avete vinto un premio, di che premio si tratta?
Marco: Abbiamo vinto il premio “Corti Sonanti”, nella sezione web, con il video “La banda degli onesti”. I nostri video nascono cercando un’idea e dopo pensiamo a chi possa essere più adatto ad interpretare i vari ruoli. Forse è proprio questo il segreto, renderci conto che noi non siamo sempre adatti ad interpretarli. Nel video “Juventissima sera”, per esempio il protagonista è Peppe Laurato di Made In Sud, quando invece abbiamo avuto bisogno di un attore con una forte mimica facciale abbiamo scelto Rosario Verde. Questo ci ha permesso di ottenere un successo nazionale e internazionale considerando anche che, oltre al prodotto buono, ci sono milioni di tifosi del Napoli sparsi in tutta Italia e nel mondo.

Un saluto ai lettori di atuttosmile?

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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