Nel 2004 ho frequentato un corso professionale di pubbliche relazioni e direzione artistica per la moda. Al primo giorno di lezione mi trovo per un attimo disorientata davanti al mio coach di “Alta Moda”. Giacomo Alvino, stilista napoletano che fino a poco tempo prima è stato per anni la spalla di Guillermo Mariotto nella maison Gattinoni e che ha vestito attrici come la Ferilli.

Già questo rendeva la cosa estremamente coinvolgente visto il percorso che stavo per fare, quello che però mi ha più sbalordita è che Giacomo fosse su una sedia a rotelle, senza possibilità di parlare ma avrebbe comunicato con noi attraverso un computer collegato ad una levetta sulla carrozzina che lui gestiva col ginocchio destro. Alvino convive sin dalla nascita con un grave handicap causato proprio da un trauma durante il parto.

“Ma come farà a spiegarci le cose?”, ammetto di aver pensato lì per lì. È bastata una lezione a far svanire ogni perplessità e restare completamente affascinata da quel prof eccezionale. Giacomo comunicava eccome, non solo con il ginocchio e quella levetta ma con tutto il corpo e, soprattutto, con gli occhi. Beh quando si incazzava anche con la voce, a modo suo. La carrozzina, col passare dei giorni, non la notavi nemmeno più e a dire il vero nemmeno l’handicap perché lui era semplicemente così. Le lezioni erano sempre più interessanti, è stato un prof severo quanto paziente e di un’allegria disarmante.

Giacomo oggi ha 46 anni e dopo la lunga esperienza come stilista e poi come insegnate, si reinventa autore teatrale. Il teatro è da sempre una delle sue grandi passioni ed è arrivato il momento di darle vita con un progetto che si chiama “Nido Bianco 2.0”.

Ci ha lavorato per quattro anni con la collaborazione di Luciano Marchioni, “suo bro”, come lo chiama lui, e suo braccio destro, con il quale ha un legame fortissimo. Con loro anche Tamara Torre, correttrice di testi teatrali. Hanno collaborato anche alcuni protagonisti di Un posto al sole, in particolar modo Michele Cesari, protagonista con Giacomo anche dei video promo del progetto.

«Quattro anni fa – racconta Giacomo – ho sentito il bisogno di scrivere “Nido Bianco 2.0”, esigenza nata dall’esprimere parte del mio privato in modo onirico… Ho disegnato un alter ego. “Nido Bianco 2.0” è una performance teatrale che racconta la difficoltà di vivere serenamente la propria bisessualità a causa dei condizionamenti familiari e della fragilità del protagonista. Fabio, attratto dalla “normalità”, fa un percorso evolutivo che attraversa varie fasi scoprendo un reale rapporto con “l’altro” e con se stesso. Infatti, grazie all’incontro con Alessio, Fabio riesce pian piano a liberarsi dei pregiudizi indotti cambiando la percezione di “normalità” e tenta di affrontare gli incubi del passato e le apparenti sicurezze del presente».

“NidoBianco 2.0” è una storia bella e forte in cui ognuno di noi può riconoscersi e, perché no, anche spronarsi a trovare la libertà di essere se stessi. Affinché, però, si realizzi il sogno di vedere la sua opera in scena, ad ottobre, al Teatro Il Piccolo di Napoli, Giacomo ha bisogno di fondi. Per questo motivo ha avviato una campagna di crowdfunding sul portale produzionidalbasso.it, che trovate a questo link.

Come sappiamo un crowdfunding ha un termine e questa di “Nido Bianco 2.0” si concluderà agli inizi di maggio. Perché vada in porto bisogna raccogliere 15.000 euro. Tutti i soldi saranno utilizzati esclusivamente per la messa in scena della performance teatrale ed è tutto tracciabile sul portale di produzionidalbasso.it. Si possono donare dai 5 ai 1000 euro e in cambio ci saranno dei piccoli premi fino ad arrivare al massimo della donazione in cui si otterrà una percentuale sul ricavato.
In bocca al lupo, Giacomo, siamo sicuri di rivederci a teatro.

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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