Enzo Russo, in arte Benzina, per “atuttosmile” presenta il suo nuovo disco “Nel vuoto che c’è”. Dieci tracce, dieci sfoghi rock scanditi da chitarre taglienti e potenti. Dieci testi che raccontano di rabbia, delusione e disillusione. Dieci inediti di pura emozione impreziositi dalla cover “Lontano Lontano” di Luigi Tenco rivisitata in pieno stile Benzina. Un disco introspettivo e dal sound internazionale in cui hanno suonato musicisti dislocati in mezzo mondo e rientrati in Italia apposta per registrarlo: Andrea Cannata, Alessio Sica, Antonio Esposito, Tony Eboli, Giulia Ritornello, Valerio Mirra (Batterie); Enzo Russo, Francesco Masiello, Marco Cimmino, Valerio “fluido” Celentano, Daniele De Cario, Mars Sea Jail. (Bassi); Enzo Russo, Antonio “principe” De Carmine, Riccardo Sabetti. (Chitarre); Enzo Russo, Mariotto Mylon (Voci); Enzo Russo (Synth, piano e programmazioni).

I Benzina nascono nel 1999 come band, Enzo Russo ne è fondatore, produttore e chitarrista.  Nel 2000 pubblicano il primo EP omonimo a cui segue un tour che li porta in tutta Italia a dividere il palco con i R.E.M., Jamiroquai, Planet Funk, e Zucchero tra gli altri.
Due anni dopo pubblicano “In medio stat virtus” edito dalla Point of View Records e nel 2006 è la volta di “Io passo” che con grandi consensi di critica e pubblico arriva a circa 6000 download e a più di trenta date live. Il 2010 è anno di cambiamenti, esce “Amo l’umanità” e dopo il tour Enzo decide di sciogliere la band diventando, poco dopo, il chitarrista degli Spiral69.
Nel 2013 riprende a scrivere e fonda la “B Music Records”, etichetta con la quale a gennaio scorso ha pubblicato “Nel vuoto che c’è” dando vita di nuovo a Benzina, stavolta solista. Al disco non seguirà un tour – tiene a precisare Enzo – perché oggi non ci sono le condizioni per suonare live in Italia.

Al disco non seguirà un tour perché oggi non ci sono le condizioni per suonare live in Italia”…ma lo ascolto e lo riascolto ed è assurdo che un disco così bello resti senza live…
E’ assurdo anche che non ci siano strutture adatte, gente che vuole ascoltare musica inedita ma purtroppo la realtà è questa. E’ un fatto culturale. Il rock in Italia non tira, mettiamoci l’anima in pace. Non per questo, però, bisogna smettere di farlo.

Resterà una decisione categorica?
Alcuni musicisti che hanno suonato nel disco (Andrea Cannata e Francesco Masiello),hanno preparato il live a mia insaputa, hanno provato tutti i pezzi, li ho ringraziati, li stimo tantissimo, magari in futuro impazzirò e inizierò a fare live. Oggi non è il momento.

Hai condiviso il palco con i più grandi, qual è stata l’esperienza che ricordi con più emozione?
Puoi suonare avanti ad un pubblico immenso, suonare con grandi musicisti… impari tantissimo da loro. Una cosa molto carina fu vedere, mentre suonavo, Piero Pelù continuare a sbattersi per tutto il tempo del concerto sotto il palco, poi mi venne vicino e volle cd e maglietta.

Benzina, da band a solista, cosa ti ha spinto a sciogliere il gruppo?
Non è stata una mia decisione. Nel 2011 eravamo a Noto, in Sicilia, quello è stato l’ultimo concerto della band, poi il cantante ha lasciato e capirai che sostituire un batterista è una cosa (anche se i Led Zeppelin dopo la morte di Bonham sciolsero la band…e che band!), sostituire un cantante che scriveva anche i testi, un’altra!

I testi di “Nel vuoto che c’è”sono di un’intensità tale da arrivare all’anima, toccante anche l’omaggio a Luigi Tenco, che periodo è stato quello prima della nascita del disco?
E’ stato un periodo di transizione, non volevo più comporre musica mia, lo scioglimento del mio progetto principale mi è caduto addosso come un meteorite. Ho sempre fatto produzioni, scritto per altri e ho pensato che non avrei più voluto farlo per me, poi ero in tour mondiale con Spiral69, altra band con cui suono, e ho iniziato a scrivere cose, prendere appunti senza nemmeno accorgermene. Ad oggi posso dire che dalla musica non si scappa. Mi sono trovato con materiale per fare 2 dischi, quindi ho potuto anche scegliere i dieci pezzi che avrebbero poi fatto parte del disco. Da lì, l’insana idea di rimettere su, non più “i benzina”, ma “benzina”.

Quindi hai deciso di metterti a cantare….
Sì, non mi restava altro che imparare a cantare! Ho sempre fatto i cori nelle band in cui ho suonato, ma “diventare” un cantante è un’altra cosa. Ho studiato tanto, mi registravo, capivo le cose che non andavano e le correggevo, ho ascoltato musica nuova e finalmente ho partorito il mio primo disco da solista, un duro lavoro durato 3 anni.

Mettersi da soli che significa?
Questa esperienza mi ha dato delle certezze, mi sono liberato di persone che dovevo rincorrere per fare musica, adesso sono solo a fare tutto e mi sto anche divertendo tantissimo. Poi, per la produzione del disco, ho voluto condividere questa mia rinascita artistica con 15 musicisti con i quali ho condiviso il palco negli anni, 15 amici ed ottimi musicisti sparsi nel mondo, da Miami a New York a Los Angeles, tornati in Italia per registrare il disco.

Cantante e anche produttore?
Ebbene sì, ho aperto anche un’etichetta discografica, la B Music Records, il primo disco pubblicato è stato proprio “Nel vuoto che c’è”, ma sto producendo anche altre band italiane come i Viola Mei di Pescara, Diatriba di Napoli, i calabresi Inschemical e Brenda, una cantante di Napoli giovanissima e fortissima. Sto lavorando anche come produttore artistico al progetto solista di Riccardo Sabetti, (RVS) già cantante di Spiral69. Devo dire che non ho il tempo di annoiarmi! Per quanto riguarda “Lontano lontano”…. Tenco è Tenco e quella canzone è un capolavoro, non riuscivo più ad ascoltarla e allora l’ho fatta mia, è l’unico modo che conosco per non farmi far male dalle cose.

Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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