Quello che Marco Fasano ha cercato di portare in vita nel suo ultimo lavoro discografico, “La casa viola”, è un progetto molto ambizioso che lo pone, al cospetto del suo pubblico, in maniera totalmente nuova e rinnovata.
Il suo album precedente “Portami in viaggio” era un concentrato di sentimento e un modo di approcciarsi più classico a certi temi a lui cari come l’amore, la vita, le speranze e i sogni; ne “La casa viola” la ricerca musicale si raffina e diventa più sofisticata, strizzando l’occhio alle sonorità che hanno accompagnato la sua adolescenza (quelle dei Pink Floyd, dei Doors, di James Taylor). Uno studio di ambientazioni, sensazioni e atmosfere assolutamente nuove ma non del tutto sconosciute e perciò facilmente apprezzabili anche al primo ascolto. Quello che si è cercato di creare in questa ultima fatica discografica è la convinzione di poter immaginare, in un futuro assai prossimo, “La casa viola” come una “factory”, un’officina di idee in cui sperimentare, creare, collaudare e apprezzare un insolito approccio alla musica, una musica che, quindi, si mostra in costante divenire nel lavoro svolto nello studio di registrazione. Come lo stesso Fasano ammette: «Le canzoni quando le scrivi hanno una loro essenza, quando inizi a lavorarci su, invece, sono come dei diamanti grezzi che solo con pazienza di chi li pulisce possono raggiungere la loro luce migliore».
Sono proprio queste parole a fornire la giusta chiave di lettura di questo album che ha visto la luce grazie alla “Zeus Record” – celebre casa di produzione napoletana -, ai produttori Michele Signore e Carlo di Gennaro e agli eccellenti musicisti Lino Patriota, Francesco Battarino e Pasquale Ziccardi.
La volontà di giungere ad un mondo sonoro totalmente nuovo, di chiara ispirazione internazionale, è stata raggiunta e perseguita utilizzando, tra gli altri, strumenti insoliti come il mandoloncello e il piano acustico, suonati dalle mani esperte di questi conosciuti musicisti napoletani. Fasano continua a prediligere il diretto rapporto con il pubblico che approfondisce e apprezza in ogni suo live, confessando che dopo ormai tanti anni e tante serate, ancora la notte prima e la notte dopo il concerto non riesce a dormire per l’adrenalina e l’emozione che questo lavoro continuano a regalargli. Alla luce di questo chiarisce il perché dei suoi momenti di pausa: «La mia natura di timido mi tiene spesso lontano dai media se non ho niente da comunicare. Uscire con un nuovo album non è e non è mai stato fatto da me mercenariamente, ma perché avvertivo un’esigenza artistica che avevo necessità di condividere».