Gli Sha’ Dong, capitanati da Paolo “Ryo”, durante il DiscoDays al Palapartenope, hanno presentato il disco nuovo “Vita liquida”. La scaletta prevedeva che la band cantasse tre brani ma il pubblico non ci stava a farli scendere dal palco e così, con un “ancora” dopo l’altro, sono andati avanti per quasi un’ora. Prima di andare via dalla Fiera del Disco e del Vinile, ho avuto anche modo di far due chiacchiere con “Ryo” che mi ha dato in omaggio il cd. E’ passato poco meno di un mese da allora e vi dico che conosco ogni parola di tutte le canzoni di “Vita liquida” e che non mi stanco mai di ascoltarlo. Sono come ipnotizzata sia dai testi che dalle musiche, il disco è una fotografia del momento, direi poco storico, che stiamo vivendo.

Paolo, quasi un anno fa in un’intervista, ci hai detto che stavate lavorando a “Vita Liquida”, oggi finalmente lo stiamo ascoltando. Il disco è un ritorno alle vostre sonorità d’origine…
Sì! Suoniamo da più di dieci anni insieme e siamo partiti con un’identità rock e aggressiva, dovuta sia alla giovane età che all’influenza che ha avuto su di noi la new metal e le tendenze elettroniche degli anni ’80. “Viola elettronico”, il nostro primo disco ufficiale, infatti rispecchia a pieno l’atteggiamento aggressivo e l’energia dell’elettronica. All’epoca ci siamo ispirati molto al lavoro di Chris Corner “IAMX”, artista indipendente che ha dato alla new wave degli anni ’80 un taglio acidissimo. “Tra veglia e sonno” invece è stato un disco decisamente più pop, dettato un po’ da alcuni eventi che hanno reso la mia scrittura più disincantata e un po’ perché è stato seguito da Fabio Perversi dei Matia Bazar che lo ha voluto così. Con “Vita liquida” siamo tornati a essere incazzati perché siamo incazzati, io lo sono molto!

Sha’Dong al Discodays - Fiera del disco e della musica
Sha’Dong al Discodays – Fiera del disco e della musica

La rabbia effettivamente si percepisce tutta. Perché “Vita liquida?”
La lettura di “Vita liquida” di Zygmunt Bauman coincide perfettamente con questa rabbia perché è dovuta dalla presa di coscienza dello sfacelo che stiamo vivendo, di questa società senza valori stabili, di questa velocità in cui non mi rispecchio. Forse sarò anacronistico ma il disco parla di questo, della rabbia che genera questo sentirsi sempre fuori luogo in questa società.

Mi hai incuriosita su Bauman…
Per leggere Vita liquida ci ho messo due anni, innanzitutto perché la sociologia è una materia che non mi è pertinente e poi perché, il Bauman, ha analizzato questo fenomeno in maniera dettagliata, il concetto lo ripete all’infinito sviscerandolo in tanti modi, quindi prima o poi ci entri dentro. Ecco, quasi tutti i testi del nostro disco sono permeati della stessa rabbia.

Esprimi la rabbia attraverso le canzoni ma come la combatti nella vita?
Al meglio delle mie possibilità. In realtà il fatto di essere musicista e di fare spettacolo mi aiuta anche nella vita. Cerco di buttare fuori tutto quello che ho di negativo dentro quando sono sul palco, perciò dico sempre che gli “Sha’ Dong” bisogna vederli non solo ascoltarli, è nei live che rendiamo ancora meglio l’idea di ciò che siamo e facciamo.

Che rapporto hai con i social? Sono loro che ci hanno peggiorati o saremmo peggiorati ugualmente?
No, penso che saremmo peggiorati lo stesso. Il social, come tutte le innovazioni, ha risvolti positivi e negativi. Per noi, per esempio, è uno strumento di promozione gratuita che ci aiuta tanto ma per il resto ci vedo di più i lati negativi. Si tritura e banalizza qualsiasi cosa e il problema siamo “noi”, è l’abbassamento del livello di attenzione, del livello di cultura, l’abbassamento di ogni cosa, proprio! Anche avere troppe cose a disposizione rovina perché non si da più valore a nulla. Dai, Vanna, tu come le vivi determinate cose?

Ah io male! Sono avvilita, sarà per questo che mi sono appassionata a Vita liquida, mi sono sentita compresa.
Ecco, appunto. Prendi me, sono sempre stato uno che anche in una piccola cosa ci dovevo entrare dentro, la dovevo sentire pian piano mia, capirla millimetro per millimetro. Adesso vivere così non è più possibile da nessun punto di vista, anche per quanto riguarda la musica. Per finire questo disco ci abbiamo messo quasi quattro anni, siamo stati minuziosi in tante cose ma alla fine non paga, perché se non fai una cosa nuova ogni anno, a discapito anche della qualità, non servi a niente e allora mi avvilisco pure io. Sì, sono avvilito!

Sha’Dong - dal video Mordimi
Sha’Dong – dal video Mordimi

Nei ringraziamenti, oltre al valore per la famiglia che emerge da parte di tutti i componenti della band, mi sono soffermata su “Prigioniero”, una delle canzoni del disco. Ho capito bene che è dedicata a tua figlia? Ad ascoltarla non mi sono resa conto.
Giustamente, dici tu, “dedichi una canzone a tua figlia e come la intitoli? Prigioniero! (Ride). Sì, è dedicata a mia figlia Viola. Se c’è un posto dove potrò continuare a vivere anche quando sarò morto è nel cuore di mia figlia e allora il testo dice “Ora tienimi al sicuro, prigioniero nelle stanze del tuo cuore”

Le altre tracce?
Ho tenuto ad inserire nel disco “Fino in fondo” che è dedicata a mia madre. Ho perso mamma due giorni prima che uscisse “Vita liquida”, lottava da tre anni contro il cancro e ho scritto questa canzone per lei che ha lottato fino alla fine come soltanto i genitori sanno fare. Ed è quindi una dedica a chi non molla mai combattendo fino in fondo.
Invece curiosa è “Io = Satana” che è una dedica ironica a Piero Pelù anche se ormai non fa più The Voice. E’ ironica perché prendo in giro lui sfottendo me… “vuoi vedè che alla fine il satana della situazione sono io con ‘sta faccia e ‘sti capelli biondi? Tu ti sei sempre atteggiato a diablo e ora stai facendo The Voice, oh!”
“To France” c’è perché Claudio Poggi di Clapo Music, etichetta ufficiale con cui è uscito il disco, ci ha consigliato di fare una cover in inglese. E’ un pezzo di Mike Oldfield, quello di “Moonlight shadow” che a me piaceva quando ero piccolo e quindi ci sono affezionato.
“Puoi credermi” non ha un motivo, ci sta bene semplicemente perché funziona.

In ogni vostro disco ci sono cover, stavolta è toccato a Enrico Ruggeri con un riarrangiamento in stile Sha’ Dong di “Polvere”. Come le scegliete le cover?
Abbiamo una regola di base che è quella di pescare tra le canzoni degli anni ’80 o quelle con sonorità che li ricordano. Poi deve avere un testo che ci colpisca e un autore che ci convinca. Enrico Ruggeri è tra questi e “Polvere” per questo disco ci sembrava particolarmente indicata proprio perché la polvere è un elemento volatile. Tra i nostri preferiti anche Lucio Dalla e Mango e non a caso abbiamo coverato “Bella d’Estate” che porta la firma di entrambi. Poi, certo, ci sono quelle eccezioni che infrangono le regole quando le canzoni ci piacciono a prescindere come “La notte” di Adamo che è un pezzo anni ’60.

I prossimi appuntamenti live?
Il 28 maggio a La Locanda delle Carrozze a Carano di Sessa Aurunca (Ce) e il 9 giugno al St. Patrick a Aversa (Ce).

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Ribattezzata da un vecchio amico Vanna Mò si definisce un'adorabile rompicoglioni anche se crede di essere più adorabile che rompicoglioni. Amante del calcio e laziale patologica, il suo grande amore è stato il pappagallino Olimpia, bianco celeste che ripeteva tutto tranne "forza Lazio". Chiacchierona e lunatica, ha le pubbliche relazioni nel dna. Socievole e social, è un segugio del web. Nonostante il curriculum sentimentale horror sogna il grande amore delle commedie rosa che colleziona e attende l’arrivo del suo Mr. Big come in “Sex and the City”. Convinta di essere una ragazzina (guai a chiamarla “signora”!), “frettella” per non dire ansiosa, maniaca della puntualità e della programmazione, il suo motto è “nella vita ho scelto il buon umore!”.

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