“Un figlio di nome Erasmus”: cinema chiusi, esordio on demand

Il film con Luca e Paolo aderisce alla campagna #iorestoacasa

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Anche il cinema italiano aderisce alla campagna #iorestoacasa e, dal giorno di Pasqua, domenica 12 aprile, rende disponibile sulle principali piattaforme video on demand “Un figlio di nome Erasmus”. Il film, prodotto da Eagle Pictures e diretto da Alberto Ferrari, sarebbe uscito nelle sale il 19 marzo scorso se non ci fosse stata l’emergenza Covid-19.

I protagonisti di questa commedia italiana, divertente e nostalgica insieme, sono Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Daniele Liotti, Ricky Memphis. Ad affiancarli Filipa Pinto, nuovo volto del cinema portoghese, e Carol Alt, che ritorna dopo anni sul grande schermo.

Dunque è partito il primo esperimento di esordio in streaming per la pellicola italiana che sarà disponibile per quattro settimane su Sky, TIMvision, Chili, Google Play, YouTube, Rakuten, Huawei Video e Infinity.

La trama ruota intorno a quattro amici quarantenni che, dopo 20 anni dall’Erasmus fatto insieme a Lisbona, si ritrovano in Portogallo. Qua dovranno affrontare un viaggio del tutto inaspettato per scoprire la verità su un segreto che potrebbe cambiare la vita di uno di loro.

 

La sinossi del film “Un figlio di nome Erasmus”
Quattro amici quarantenni − Pietro, Enrico, Ascanio e Jacopo − vengono chiamati a Lisbona per il funerale di Amalia, la donna che tutti e quattro hanno amato da ragazzi quando facevano l’Erasmus in Portogallo. Amalia ha lasciato un’inaspettata eredità: un figlio concepito con uno di loro. Ma chi è il padre? Aspettando i risultati del test del DNA, i quattro amici decidono di andare alla ricerca di questo misterioso figlio ventenne e intraprendono un rocambolesco ed emozionante viaggio attraverso il Portogallo insieme ad una ragazza che si offre di aiutarli.

 

Siamo l’unica cellula vitale di un palazzo di via dei Mille dove abbondano badanti, cani antipatici e zanzare senza scrupoli. Beviamo più caffè che acqua e gli unici contratti a tempo indeterminato li abbiamo fatti alle sigarette. Passiamo la giornata a sfotterci, a spettinare idee, a soffrire con entusiasmo e a ricevere tutti i pazzi che riescono a trovarci. Il problema è che ritornano anche, perché ormai ci considerano una Onlus.

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