È partita la raccolta firme per la petizione che prevede un tributo negli stadi italiani all’hacker che ha rubato le immagini hot di Diletta Leotta. L’iniziativa popolare si sta diffondendo con inaudita rapidità, touch dopo touch, dalle associazioni bocciofile lombarde alle tifoserie sudiste della Serie B che hanno eletto, a furor di curve, la conduttrice catanese, al timone del programma di Sky sulla cadetteria, la celebrity pallonara più sexy del momento. La cavalcata di Diletta, secondo indiscrezioni, ha fatto infuriare Ilariona D’Amico, prima punta del calcio Sky, che pare abbia contattato un nerd delle Langhe, che vive in solitudine informatica a un tiro di mouse da uno spoglio noccioleto, per fermare la popolarità della bombastica rivale. La D’Amico non ha mai dimenticato quando, con in grembo il figlio del Gigione Nazionale e lontana da Sky Calcio Show, si vociferava che sarebbe stata sostituita proprio dalla scattante Diletta, da sempre indiscussa dominatrice dei social («Il mio successo sui social? Per me è un gioco, un divertimento puro: me li gestisco da sola»).

Ancora ignoto, intanto, l’hacker che ha violato la privacy della Leotta, rapinandole nella gallery del cellulare immagini in cui la giornalista mostra grazie e assist ai sogni. L’accadimento, da condannare senza se e senza boh, ha solidificato a tal punto l’amore dei tifosi per la bionda sicula, da spingerli, in un’inconsueta unità nazionale del tifo, non solo a esprimere una folgorante solidarietà per l’accaduto ma a volerla ringraziare con «belle parole» per lo spettacolo, certamente non voluto, offerto al pubblico. Un ringraziamento che le curve cadette hanno voluto estendere paradossalmente al Lupin di Whatsapp, con la petizione che, di ora in ora, prende piede e contropiede. Resta da decidere la natura del tributo da dedicare all’invisibile scippatore del web. Nessuna idea al momento convince i promotori dell’iniziativa. Tra quelle non del tutto scartate c’è la curiosa proposta di un artista contemporaneo del modenese che vuole installare all’ingresso delle curve una scultura raffigurante una tastiera da computer con una scritta ramata: «A te bastardo sconosciuto, i dilettanti ringraziano», o c’è quella di donare all’hacker, direttamente da San Gregorio Armeno, la nuova statuetta di Diletta, pronta per essere posizionata nel prossimo presepe.

Se è vero che, come Leotta ha detto, «quelli della serie B sono i tifosi più autentici, più veri, col sangue che scorre nelle vene!», c’è da dire che questo sangue straripa ogni benedetto sabato pomeriggio su Sky, nel corso della puntata di «Casa Serie B», in cui la venticinquenne nata sotto il segno zodiacale del Leone e cresciuta sotto quello della gazzella, è riuscita a stravolgere il format dell’emittente in «Casa Lato B», per la gioia del villaggio. Chi non conosce il tempio dell’origine del mito Diletta dovrebbe, almeno una volta, provare il brivido di fermarsi nel luogo del diletto. Si accorgerà che la regia del programma è un attentato alle coronarie: miss Leotta conduce bene e rigorosamente in “modalità di semiprofilo”, creando un tale movimento sinuoso con le sue irragionevoli curve che tutto il resto sparisce o si trasforma in inutile tappezzeria. I commentatori in studio Luca Marchegiani e Gianluca Di Marzio s’affannano in analisi e deduzioni, conquistando per un nanosecondo la pietà della telecamera e le maledizioni di chi sta a casa e vorrebbe neutralizzarli con un clic.

Quando poi dallo studio si passa ai collegamenti esterni con i mister abilissimi nel recitare il copione delle lamentele, le sollevazioni casalinghe superano quelle dei romanisti quando la palla finisce tra i piedi di Iturbe. Sollevazioni che, dopo il Leottagate, sono aumentate a dismisura alla notizia che la conduttrice è fidanzata con il potente dirigente Sky Matteo Mammì, nipote dell’ex ministro Oscar Mammì. Così si spiega l’accelerata nella carriera di Diletta, hanno subito pensato i più maligni. I più sognatori, invece, avrebbero preferito che il suo cuore battesse per un ultrà dandy del Cittadella o per un macho squattrinato della curva sud dell’Avellino.

Ma i sognatori, si sa, restano a vita dilettanti in amore.

Crede di essere raccomandato dalle idee: capita ogni tanto che ci credano anche gli altri. Giornalista per vocazione ed editore per invocazione, non riesce a levarsi il vizio del sorriso. Assediato da seccatori e stucchevoli scrittori, avrebbe bisogno di una segretaria, possibilmente equilibrata e con un epico lato b, ma non è ancora pronto per questa decisiva prova di maturità. Con sé ha sempre un anello ricavato dal nocciolo di una pesca. È considerato un soggetto pericoloso perché continua a scrivere poesie. Quando s’incazza è solito dire: «Io, sulle mie cose non faccio testo».

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