Con l’arrivo del primo caldo la popolazione anglosassone migra dalle fredde lande natie in favore di luoghi più ameni. A luglio a Napoli il Grand Tour sembra non essere mai finito e ogni anno un gran numero di turisti paonazzi si riversa nel capoluogo campano in cerca di estrema bellezza ed estrema povertà. Ma soprattutto di una grande pizza.
Non è difficile riconoscere il turista straniero in Italia e in particolare a Napoli.

Prima della fine del campionato il turista era identificabile in quanto si poteva avvistare in giro per le vie della città durante la partita. Oggi invece il turista a Napoli si riconosce dalla sua concezione degli spazi cittadini: è straniero quello che per centro della città non intende lo stadio San Paolo.

È un turista colui o colei che fa foto con la Reflex a qualsiasi cosa senza essere influencer di Instagram. Qualsiasi essere vivo o inanimato, non sfuggirà all’obiettivo di un’orda di tedesche con i berretti gialli. Foto al chiostro di Santa Chiara, alla certosa di San Martino, al mare da piazza Vittoria. Ma perché le foto ai piccioni? Convinti che l’Italia sia tutta Vesuvio, pizza e mandolino pensano che piazza del Gesù sia a Venezia?

I turisti in ogni stagione indossano sandali marroni con i calzettoni bianchi di spugna. Perché?
Il turista a Napoli lo riconosci dal viso rosso semaforo a mezzogiorno. Lo riconosci dall’ombrellino da sole di merletto color crema, sotto il cappello a tesa larga, sotto al fazzoletto traforato, insomma, potrebbe essere un turista oppure un apicoltore.

Il turista lo riconosci perché al ristorante ordina pizza e cappuccino alle quattro del pomeriggio. A Napoli non vigono regole ferree sulla divisione tra dolce e salato durante il pasto, esempio di questa filosofia sono il pasticciotto napoletano, con la sfoglia dolce fuori e la ricotta dentro, e la colazione della domenica, a base di ragù e caffè. Ma non si può mai e poi mai bere il cappuccino con la pizza. Neanche con la controversa variante alla nutella.

I turisti sono persuasi che i napoletani non conoscano il valore del patrimonio artistico della città, e come tanti caciocavalli s’illudono di poter acquistare i monumenti più antichi della città. I turisti a Napoli sembrano non avere mai visto il cielo. Camminano con lo sguardo all’insù, indicandosi vicendevolmente col naso, non con le braccia, altrimenti sarebbero italiani, palazzi cinquecenteschi e chiese sconsacrate. Il modo in cui i cittadini attraversano le strade assolate del centro per poi sparire per le viuzze buie e nascoste deve sembrare, a coloro che vengono da fuori, il lento disciogliersi del ghiaccio nel bicchiere di limonata offerto dall’acquaiolo.

I turisti a Napoli vedono una preziosità che gli abitanti, assuefatti da millenni di storia, hanno smesso di notare. Per fortuna però non hanno visto che il bicchiere di acqua e limone è costato sette euro.

Per gli amici Neve, per gli altri "Maria che?", un nome non comune spia di una personalità altrettanto inusuale, insomma, un destino segnato all'anagrafe. Ha la testa tra le nuvole e vive in un mondo tutto suo, un po’ Emma Bovary un po’ Perelà, ma guai a farglielo notare! Molto bisbetica e poco domata. Famelica di letteratura e di cibo, nella sua borsa non mancano mai un raccolta di poesie e una busta di patatine alla paprika. Se la vedete muoversi trafelata per la sua amata Napoli non c’è da preoccuparsi: corre per non perdere la metro e per domare i sensi di colpa. È una procrastinatrice professionista, perché se la consegna non è sul filo non ha senso scrivere il pezzo.

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