Ogni giorno da Kiko una commessa inizia il turno. Sa che dovrà correre più della cliente o verrà licenziata. Ogni giorno da Kiko una cliente sa che dovrà correre più della commessa o acquisterà il nuovo gloss color mattone in offerta. Ogni giorno da Kiko non importa che tu sia commessa o cliente, l’importante è che cominci a correre.

Sei entrata attratta dal profumo, un misto di ombretto e solvente per unghie. Ad accoglierti una guardia ammiccante in completo scuro. Avevi cinque minuti liberi e non dovevi comprare nulla, ma improvvisamente ti sei ritrovata alla cassa con un cestino stracolmo. Sei uscita con trenta euro in meno e quattro blush color pesca in più. Almeno hai impiegato solo tre minuti.
Com’è stato possibile? Erano prodotti straordinari? C’erano offerte imperdibili? Niente di tutto questo. Ti sei lasciata catturare dalle commesse.

Appena varcata la soglia sei stata scrutata, il bel buttafuori era solo un “distrattore”: si è voltato proprio quando sei entrata, e mentre ne apprezzavi la divisa, una commessa ti ha fatto scivolare al braccio la shopping bag. Hai cercato di liberarti ma subito un’altra ti ha guidata nel reparto occasioni.  Con una tecnica di tortura psicologica utilizzata anche dal KGB, ti ha messa sotto una lampada a luce fredda e davanti a uno specchio. Era deformante oppure avevi bisogno di chirurgia ricostruttiva? No, per rimediare ti servivano solo di un nuovo fondotinta, matita per sopracciglia e tonico all’acqua di rose.
Il colpo di grazia alla cassa, stavi per pagare, e alla domanda: «le interessano i pigmenti olografici in offerta? solo 7,99 invece di 8,28» non sai neanche tu spinta da quale demone fan dei glitter hai risposto «Ok».

Kiko è un’azienda milanese di make-up famosa in tutta Italia. Come ogni impresa di successo forma il suo personale in modo che rispecchi lo stile del brand.
Se l’americanissima catena di abbigliamento Abercrombie & Fitch punta sulla sensualità di marchio e commessi, proponendo sconti a chi entra in negozio in intimo e vantando di non produrre taglie large, Kiko esporta il frenetico ritmo di vita milanese. L’obiettivo della commessa di Kiko è venderti quanti più prodotti, almeno tre, nel minor tempo possibile. E purtroppo per te ci riesce. Ovviamente quando avrai realmente necessità la commessa non ti filerà, e noterai la guardia all’entrata solo perché ti seguirà per il negozio come se fossi Winona Ryder ai tempi della cleptomania.

Per gli amici Neve, per gli altri "Maria che?", un nome non comune spia di una personalità altrettanto inusuale, insomma, un destino segnato all'anagrafe. Ha la testa tra le nuvole e vive in un mondo tutto suo, un po’ Emma Bovary un po’ Perelà, ma guai a farglielo notare! Molto bisbetica e poco domata. Famelica di letteratura e di cibo, nella sua borsa non mancano mai un raccolta di poesie e una busta di patatine alla paprika. Se la vedete muoversi trafelata per la sua amata Napoli non c’è da preoccuparsi: corre per non perdere la metro e per domare i sensi di colpa. È una procrastinatrice professionista, perché se la consegna non è sul filo non ha senso scrivere il pezzo.

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