Nessuna speranza di ritrovare la palla di Zaza. Dopo il rigore tirato in firmamento dall’attaccante contro la Germania nei quarti di finale agli Europei in Francia, dalla Nasa fanno sapere che è in via di definizione il programma “Where is Zaza?” che prevede il lancio nel sistema solare delle sonde spaziali Footing 1 e Bowling 2, per trovare la sfera e, soprattutto, individuarne l’ignota traiettoria. La missione, dal costo ancora indefinito e che vedrà impegnati ingegneri aerospaziali ed esperti di robotica provenienti prevalentemente dall’India, sta dividendo l’opinione pubblica americana già provata dal duello senza esclusione di colpi e palle tra clintoniani e trumpiani. Mentre Hillary sul tema non è ancora intervenuta con una dichiarazione ufficiale, il magnate repubblicano del lusso ha colto invece la palla al balzo per rimarcare la sua posizione ipernazionalista, facendo sapere, a margine di un incontro pubblico con alcune associazioni di animalisti, che «Merkel, Renzi e Hollande, ancora una volta, fanno girare le palle perché vorrebbero che il programma “Where is Zaza” fosse pagato integralmente da noi. Europa stracciona, paga la missione!».

Non c’è tempo da perdere. Stando all’ultimo report del team che si sta occupando dei preparativi della missione, l’urgenza di ritrovare la sfera, calciata nello spazio quell’infausto 2 luglio nello stadio di Bordeaux, nasce dalla preoccupazione che la sua traiettoria possa finire in un punto delicato dei ghiacciai, favorendone lo scioglimento e, di conseguenza, accelerando la fine del mondo. Secondo altre fonti della Nasa la palla potrebbe scontrarsi con la cometa “The day after”, provocando un’esplosione dagli effetti apocalittici. Intanto fioccano segnalazioni da tutto il mondo sull’avvistamento della sfera. A Kansas City una donna, mentre era impegnata in una sveltina con il suo capo, è rimasta folgorata dalla vista di un oggetto volante privo di luce e con velocità sostenuta che le ha procurato un orgasmo multiplo, pare ancora in atto; nel distretto di Pudong di Shangai, un pallone infuocato ha sfiorato la Jin Mao Tower secondo la ricostruzione di due pensionati svedesi che rientravano barcollanti in hotel dopo un’inesorabile scorpacciata di noodles; a Sant’Anastasia, di ritorno da un matrimonio di un cugino carnale, un commercialista, assorto da funesti pensieri, in un’auto invasa dagli acuti sofferenti di Gigi Finizio, avvistava sulla bocca del Vesuvio una palla chiatta e diretta verso l’infinito alla quale avrebbe voluto tanto somigliare in quel preciso momento.

Intanto lo zebrato Simone Zaza, classe ’91, capa liscia e barba hipster, autore del tiro interstellare, entrato al centoventesimo minuto con il compito di centrare da undici metri la porta, lunga oltre sette metri e alta più di due, è diventato fenomeno web con quel suo balletto in corsa prima di lanciare la palla in orbita. Zaza con il tutù, Zaza vestito da primitivo mentre improvvisa la danza della pioggia, Zaza che salta la corda, Zaza che non ce la fa più e balla davanti a un wc ecologico, Zaza che pigia l’uva, Zaza che nitrisce e diventa cavallo: il meme dello smarrito John Travolta di Pulp Fiction che ha spopolato in rete in ogni social e scenario è un ricordo lontano paragonato al pas double di Zaza, imbattibile gif dell’estate, must di ogni dance da bagnasciuga. E se Nino non deve aver paura di tirare un calcio di rigore, come cantava De Gregori, Zaza la prossima volta deve averne, visto tutto quello che è successo dentro e fuori il campo. Non c’è dubbio che, alla fine dei giochi, l’episodio qualcosa insegna: per aprire la porta della popolarità basta non prenderla. Avremmo di certo preferito che il giocatore avesse tirato rasoterra e senza ricorsa da alieno, non solo perché forse saremmo riusciti a battere gli impauriti tedeschi, ma ci saremmo anche risparmiati la fashion blogger Chiara Biasi, fidanzata di Zaza, incazzata come Sgarbi per il trattamento riservato al suo dolce rigorista. La bella e tatuata Chiara non ha resistito quando qualcuno in un post ha messo in discussione l’arte amatoria del suo campione in quella selvaggia area di rigore che è il letto. Così ha risposto: «Tranquillo che la mette sempre dentro la palla. C’è chi come lui sbaglia una volta, e chi sbaglia una vita intera». Tranquilli americani, tranquilla Nasa, tranquillo Trump: la notizia è che la palla di Zaza sappiamo ora dove trovarla.

Crede di essere raccomandato dalle idee: capita ogni tanto che ci credano anche gli altri. Giornalista per vocazione ed editore per invocazione, non riesce a levarsi il vizio del sorriso. Assediato da seccatori e stucchevoli scrittori, avrebbe bisogno di una segretaria, possibilmente equilibrata e con un epico lato b, ma non è ancora pronto per questa decisiva prova di maturità. Con sé ha sempre un anello ricavato dal nocciolo di una pesca. È considerato un soggetto pericoloso perché continua a scrivere poesie. Quando s’incazza è solito dire: «Io, sulle mie cose non faccio testo».

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